La deriva demagogica che Jesi non merita

Il PD a Jesi ha scelto di allearsi con la sinistra radicale alias Jesi in Comune e con movimenti che hanno come priorità la decrescita felice di questo paese e vedono l’arrivo di nuove imprese (Amazon per esempio) come un problema prima ancora che un’opportunità.
I nostri valori sono diversi. Lavoriamo per uno sviluppo economico sostenibile e per facilitare l’insediamento di nuove imprese, lottiamo per la giustizia e il progresso sociale, siamo per sburocratizzare e per detassare le nuove attività. Siamo insomma per la proposta e non per la protesta.
Il nostro percorso civico rappresenta tutto questo.
Le loro sono scelte legittime ma inevitabilmente avranno un certo tipo di impatto sul governo della città.
Con obiezioni di stampo fortemente ideologizzato come riusciranno a gestire i naturali ed irrinunciabili processi di sviluppo che richiedono invece un approccio pragmatico e capacità decisionali ed incisive?
Oppure, che tipo di approccio avranno con chi vorrà aprire nuove attività se pensano che qualsiasi nuovo insediamento produttivo è foriero di inquinamento e sfrutta i lavoratori?
Sono domande a cui il candidato sindaco che rappresenta queste componenti che saranno maggioritarie nella prossima amministrazione in caso di vittoria ha il dovere di rispondere per trasparenza nei confronti dei cittadini.
Il silenzio a cui abbiamo assistito in questi mesi invece ci fa temere il peggio, cioè che lui sia vincolato e bloccato da questo tipo di politica o quanto meno ne è e ne sarà fortemente condizionato.
Noi siamo invece convinti che soprattutto in questa situazione di incertezza economica dovuta anche alla guerra, Jesi meriti una guida determinata e una coalizione credibile, meriti serietà e capacità di rendersi responsabili anche di scelte complesse.
Serve una visione complessiva delle problematiche, e una determinazione e chiarezza nelle scelte da compiere.
Noi, siamo uniti dall’unico obiettivo di tutelare e promuovere il bene comune, l’interesse della città e dei cittadini.
Jesi non merita di morire sotto la deriva demagogica.

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