La stanza del tiglio

Apprendiamo che il neoeletto Sindaco ha incontrato prontamente il Comitato a difesa dei tigli di viale Trieste, ed ha deciso di salvare il “salvabile”.
Per molto tempo la sua parte politica ha accusato la precedente amministrazione di non ascoltare la popolazione. Apparentemente il dialogo con un nugolo di ambientalisti radicali segnerebbe un cambio di rotta, se non fosse che a non essere ascoltate sono ben due perizie tecniche e la maggioranza dei cittadini che esse dovrebbero tutelare.
A nulla vale fare una seconda perizia, a spese dei cittadini, sperando forse che gli desse ragione, se la decisione viene comunque presa a tavolino ed il parere tecnico non conta. Per non ammettere di aver avuto torto, il Sindaco si appoggia a un comitato ma deve chiarire a tutti gli altri cittadini, che sono la maggioranza, quali costi e pericoli dovranno sostenere per perseguire quello che è stato definito per ben due volte una battaglia persa in partenza, un “accanimento terapeutico”, perpetrando il problema originario: la troppa vicinanza fra le piante e la loro uniformità che favorisce il diffondersi di patogeni.
Questa è propriamente l’essenza del populismo: dare voce alle istanze irrazionali più rumorose, a scapito della scienza e della maggioranza silenziosa che vorrebbe solamente avere una amministrazione che prenda decisioni basate sui fatti.
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